sabato 29 gennaio 2011

Non dormi, piccolo orso?
No, e penso con la mente sgranata dai tormenti che mi costringono
che ogni faccia deturpano
che saccheggiano i miei sorrisi.
Piccolo orso, tenersi dentro un difetto, e dover parlare in codice, per chiedere aiuto sottovoce e non ammetterre mai, mai, mai che no.
Non v'è soluzione.
Per quanto si impara a far tacere il proprio orrore, non posso più nascondere che certe ombre non passano, che con maschere festose pretendono il dolcetto, e non c'è nulla da ridere, solo parlar per simboli.
Non ho fratelli con cui poter condividere metà dei miei pesi, per narcisismo o vergogna tengo i miei demoni  al guinzaglio, ma se mai ci sia qualcuno laggiù che sappia far degli esorcismi, io lo prego di raggiungermi nel mio covo stanco e bianco, lo prego di dirmi che passerà,e stavolta per sempre.
Ma con la costanza della pioggia lei mi rinfaccia un conto che sembra non finire mai. E mi sento pazzo.
Quando ne parlo nessuno crede alla gravità del caso, e ci finiscono col sorridere ed io, piccolo orso, che posso dire se non seguire il loro buon cuore?Come posso convincere che sembra sciocco, va bene, ma continua a mangiarmi il cuore?
Piccolo orso stanotte sono stanco, e quello che mi spaventa è un futuro fatto di queste alte maree, di queste lune piene che
mi fanno male.
è scomodo parlar di sè senza poter dire veramente quanto male faccia, ma stasera no, stasera non voglio chiudere tutto dentro, stasera ho bisogno di piangere e di scrivere, perchè lo trovo veramente triste.
Piccolo orso, non sò come uccidere i miei spettri ed ho paura. Stupido cervello, stupida speranza, stupido amore.

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