giovedì 11 novembre 2010

Di Moda

Dunque, è davvero questa la Moda?
noi, che tra una manciata d'anni staremo dietro le quinte di una passerella, muoviamo timidi, timidi passi e siamo avidi di notizie, di nozioni, di lezioni che ci lascino spiare un poco.
Dunque, è così che funziona? mani sempre pronte a tastare il cappotto della signora di spalle, già, quella sul treno, che pur di sentirlo scorrere tra le dita, spintoniamo i vecchietti, respiriamo ascelle e rischiamo di esser scambiati per maniaci..per poi essere delusi, del resto, visto che si trattava niente meno che di una fibraccia sintetica.
Già, questa è Moda, indossare spessi occhiali da sole, per evitare di essere sorpresi a squadrare le persone, ma-chi-se-ne-frega delle persone, se sei bello o brutto, alto o basso, non ci importa, a patto che tu sia CURATO. Che i tuoi abiti, parlino di te. Madre Natura ti ha fatto come le pareva, noi ti diamo la chance di essere chi e come vuoi. Guarda, potete anche essere grassi, purchè non lavoriate nel nostro campo, noi non possiamo, perchè in fondo, la sfilata ci rappresenta, visto che è il nostro frutto e vige l'obbligo silenzioso di essere "MAGRI, MAGRI, MAGRI, perchè regaliamo un sogno alla gente e anche Audrey Hepburn era un uccellino", e questa è l'esatta citazione di un mio professore. L'anoressia non è colpa nostra, ma le ragazzine anoressiche troveranno rifugio certo, nella consolazione di poter dire: "Aundrey era bella e MAGRA, posso fare la modella".
Già, noi che ci complimentiamo tanto con l'amichetto per la borsa di pelle, mmmm...così morbida, e sempre con la bocca piena di congratulazioni, che bel vestito, che bella nuances, che bel bottone (importantissimi dettagli), e poi a sproloquiare sulla gaffe di quel tizio che, amor mio, ti prego, aveva al collo il foulard zebrato.
Antico.
Già, noi dobbiamo stare sempre un passo avanti e schifare ciò che OGGI è moda, ed è anche un bel vantaggio dico io, posso veramente vestirmi come mi comando, a patto di essere CU-RA-TA!
Da noi, funziona (così ci dicono) che c'è una competitività  al limite della giungla, e forse ancora non ho capito che ci sia di male, perchè la descrivono come cosa brutta e amara, ci vedo, noi piccola aspiranti, competitivi già, ma personalmente, sono sinceramente contenta per Maria Pia se ha lavorato bene, e me la prendo con me se non ho sputato il sangue quanto gli altri. Ma è uso comune, arrivare primi e gonfiarsi il petto, fingendo che sia stata cosa da nulla, cucire quel maledetto corpetto di rettile. 
Noi, che ci scopiamo le vetrine, sognamo Parigi, ci innamoriamo di una suola ben costruita e ci mangiamo pane e sfilate a colazione, noi che DOLCE E GABBANA mai nella vita, KENZO for ever, noi che ci scegliamo i vestiti la sera prima, ci frantumiamo le dita tra spilli e aghi e mani sempre chiazzate di colori.
Noi e le nottate su nuovi figurini,noi che dobbiamo correre da una mostra all'altra e sfogliare centoeuno riviste, giacchè l'arte è un bel pezzo del mestiere, noi che le superfici sono la metà della vita, mentre l'altra è occupata dai tessuti, noi che abbiamo capito quanto cazzo sia importante l'immagine, perchè, in fondo non siamo altro che questo:
immagini in movimento.

noi, studenti di Moda.

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