venerdì 26 novembre 2010

Goya, Iris e l'arancio senza sapore

"e le promesse regalate telepaticamente.."  _99 posse_


Essere me oggi, significa non avere voglie. Significa, sdoppiarsi e guardarsi disegnare, e puntarsi contro un indice. Eccomi lì, gobba su un tavolino troppo basso, piena di occhiaie, con un pennello in mano e troppi fili in testa da manovrare. Faccio smorfie e mi ridicolizzo, perchè oggi non sono all'altezza delle mie aspettative. Mentre siedo, mi guardo ridere di me stessa e piagnucolo, e mi incazzo e mi faccio un thé, che forse rientro nei gangheri. Sono troppo severa, troppo rigida e non riesco ad accontentarmi del presente e allora volo più in là, dove mi aspetta quello che non c'è e ho male. Mentre zompavo non mi sono resa conto di aver lasciato andare senza neanche guardarlo, quell'adesso che non c'è più. Dicono che sia questione di maturità la calma. Oggi essere me significa essere forastici ed inquieti come un gatto in allerta. Il quadro di Goya, il tempo che mangia i propri figli, ecco mi sento quel barba-nera che fagocita i propri secondi..."Desy, che confusione, pochi secondi, per fare l'amore". E mi si mischiano dentro troppi colori, quelli di Goya, le note dei Led Zep. impiccate alle corde di un  pentagramma disegnato da me, l'arancio senza sapore, il braccio di Amore che cinge Psiche...
Questa è la gioventù mi dico, piena di.
Essere me oggi è confrontarsi con Iris e continuare a rimproverarla perchè non cresce in fretta quanto vorrei, e, d'altro canto, sentirla sbraitare a sua volta che sono una maledetta enervé rinchiusa in sé stessa, eccentrica e floscia come un panno di Magritte.
E se solo i colori possono salvarci, bè, oggi voglio solo il grigio.

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