venerdì 3 dicembre 2010

L'artista di Creta

I fanciullini hanno gli occhi sgranati, quando guardano il mare d'inverno.
A me i brividi vengono scoprendo il cielo ansimare,
quando ci troviamo con un brandello di stella sul dorso del cuore,
diventiamo tutti buoni sarti, e risistemiamo i punti, a distanza di un centimetro stavolta.


La differenza tra il creativo e l'artista, è davvero minima, io credo. Potrebbero essere la stessa persona, una doppia faccia che presta or l'una, or l'altra guancia alla vita. Il creativo deve scendere a compromessi e prestate la sua arte al prodotto, non può concedersi il lusso di cacare su una tela e chiamarla arte, se prima non ha ideato un cesso. L'artista deve soffrire in silenzio, aspettando il suo momento per sentirsi libero, deve essere gestito da un profilo credibile e funzionale.
Perchè quì niente è gratis, perchè rimpiazzarti è davvero semplice.
Il creativo deve tenere il bastone del comando, se l'artista nasce ambizioso. Ma poi, mi rendo conto, non si può chiedere all'artista di mascherarsi ed essere costante, lui non sà stare incatenato, nel ritmo degli altri, ciò che è, suona fuori tempo, e costringerlo ad adeguarsi, è sfiguarlo, è corromperlo, per il mero obbiettivo di un riconoscimento.
Ma non c'è strada più ripida che l'affermare la propria libertà, il proprio essere come unico. Se forse ci sgabbiassimo, saremmo tutti degli artisti.
Forse solo il radicale può emergere, la strada del creativo, sembra semplicemente la meno rischiosa. Comincio a sproloquiare.
Troppa carne al fuoco, come al solito, riordinare i miei cassetti, è sempre un dramma. Ho bisogno di musica.

2 commenti: